giovedì 30 aprile 2020

STEP#08 --- NEI DIALOGHI DI PLATONE

In senso metaforico, si può paragonare il dio "artigiano" di Platone all'uomo che plasma "macchine". 

In un'opera appartenente ai Dialoghi di Platone, il Timeo, troviamo scritto


<<Ma è difficile trovare il fattore e padre di quest'universo, e, trovatolo, è impossibile indicarlo a tutti. Pertanto questo si deve invece considerare intorno ad esso, secondo qual modello l'artefice lo costruì 
...
Ma è chiaro a tutti che guardò a quello eterno: perchè il mondo è il più bello dei nati, e dio il più buono degli autori. Il mondo così nato è stato fatto secondo modello, che si può apprendere con la ragione e con l'intelletto, e che è sempre nello stesso modo.>>



Il dio di cui si parla in questo dialogo è noto come Demiurgo. Nella dottrina platonica esso (dal greco demiurgos, "artefice", "artigiano") è una sorta di divino artefice, dotato di intelligenza e volontà, che plasma il mondo a somiglianza delle idee. L'opera del demiurgo non investe, ma presuppone i principi costruttivi della realtà, i quali, secondo il Timeo, sono: le forme ideali eterne, la materia informe e reistente, chiamata "madre del mondo" e lo spazio, che è la sede, o il luogo, di tutto ciò che si genera. L'uomo fa lo stesso con le "macchine". L'automa, per definizione, è una macchina a sembianze umane; perciò si può affermare che, come il Demiurgo plasma la materia utilizzando come modelli le idee dell'Iperuranio, l'uomo realizza delle creature metalliche a sua immagine e somiglianza, usando come spunto l'idea di uomo stesso. Ma, a differenza del Demiurgo, che regola il mondo da lui stesso creato, l'uomo è stato oramai condizionato dalle sue stesse creature.


IL DEMIURGO E LA POSSIBILITÀ NEGATIVA: CADUTA : : L'Immagine Perduta
Demiurgo

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